Home

3 ARR BOX 391 VIA ANTONELLI 11 

Un’installazione di notevole impatto visivo (6 m. per 3 m per 3 m di altezza) all’interno della quale sono esposte 391 opere impacchettate, di piccole e grandi dimensioni. Lo spettatore percorrendo questo Box bianco e luminoso, quasi evanescente, solidificato dalla presenza ordinata delle tele visibile solo di coltello, avrà la possibilità di interagire con le opere da una nuova prospettiva. Il visitatore potrà inoltre essere parte attiva della performance: IO SONO UNICO La performance consiste nel registrare con la tua voce uno e uno solo dei 391 che equivale al numero delle tele contenute nel Box, interpretandolo nel modo più artistico e personale che riterrai. L’insieme delle voci registrate sono combinate per formare una composizione musicale: IO SONO UNICO che accompagna i visitatori nell’esplorazione dell’installazione: J.C

 PIX.Torino.2013

LA SCALA DEI VALORI DELL’OPERA D’ARTE

L’installazione si propone di far assumere allo spettatore il punto di vista dell’artista per contemplare l’opera da una prospettiva nuova. Chiunque lo desideri può salire sul palco ed accomodarsi sulla sedia fissata sul pavimento, seguire con lo sguardo la scala appesa al muro arrivando fino in cima. La sedia rappresenta il punto di vista scelto dall’artista. La scala, triangolare, simboleggia il sistema economico piramidale del mercato dell’arte. Il quadro posto al vertice incarna il valore economico delle opere d’arte.  Nello specifico si tratta di un’opera di Renoir Bagnate di Renoir data 1898 circa di grande valore economico, un’opera fortunata arrivata in cima alla “scala dei valori dell’opera d’arte.J.C

"Your perception" Torino 2014

IL MARE DELL’ARTE

Il bidone sospeso sulla vasca azzurra del mare dell’arte contiene l’olio esausto dei motori delle più svariate automobili: dalle più belle, alle più brutte, dalle più “brillanti” alle meno performanti. Nel fusto tutti i lubrificanti si mescolano in un unicum indistinto proprio come i frutti dell’originalità dell’arte del passato vengono riciclati nell’arte contemporanea. E’ proprio a questo processo di ri-uso in chiave contemporanea che assisteremo metaforicamente ogni qual volta verrà aperto il rubinetto del bidone: nella vasca si formerà, infatti, una macchia oleosa. Questa macchia diventerà sempre più grande fino a diventare un mare, Il mare centrale della contemporaneità. Se lo spettatore vorrà potrà fare una barchetta di carta servendosi delle immagini di quadri famosi del passato messe a disposizione e posizionando l’imbarcazione al centro del mare oleoso potrà osservarne il comportamento. Seguirà la corrente che la porterà dal mare centrale alla sua periferia dove si fermerà per mancanza di inerzia o resterà immobile in mezzo al mare della contemporaneità? E.B          

Officina 500 Gallery Torino 2016

IL PROCESSO ICONOCLASTA

l’opera d’arte sul banco degli imputati.

La performance interattiva prende in esame 3 opere dell’artista Julien Cachki. Tre critici hanno presentato i quadri affrontando l’argomento sull’utilità di tali creazioni. L’artista ha sottoposto agli “avvocati” difensori o accusatori della sua produzione, un problema molto profondo che affonda le sue radici nel profondo e oscuro mondo dell’arte, chiedendosi se, l’opera è ancora necessaria e se potrà avere un continuum. Alla fine del processo, una giuria popolare ha dato un suo giudizio su quale opera distruggere. Il processo iconoclasta finisce con la distruzione dell’opera prescelta a traverso la sua frammentazione in 30 pezzi. J.C

Paratissima Torino 2012

SPAZIO DELLA MEMORIA

Questo lavoro altro non è che la memoria dell’installazione “3 Arr Box 391 Via Antonelli 11”  e della performance  “Io sono unico” realizzati appositamente per Paratissima 2013. Di queste rappresenta l’epilogo concettuale ma è anche il punto di inizio per una nuova esperienza.“3 Arr Box 391 Via Antonelli 11” intendeva mettere in relazione il pubblico e le opere d’arte in modo inusuale. Tutte le 391 tele, disposte l’una a fianco all’altra all’interno di un grande box bianco e luminoso, erano sì presenti ma impacchettate, di conseguenza: invisibili. Potevano essere guardate, respirate ma non spostate. Il profumo dell’arte è molto rigenerante. All’uscita del box il visitatore, partecipando alla performance “Io sono unico”, poteva comprare virtualmente une delle 391 opere esposte pronunciando in modo personale ed unico uno dei 391 numeri ad esse corrispondenti. La registrazione di tale performance confermava l’avvenuta acquisizione virtuale dell’opera.  Spazio della Memoria rappresenta la conclusione di questo processo artistico. Dopo la manifestazione infatti, tutte le tele sono state spacchettate e fotografate e la loro memoria fotografica, contenuta in un chip, è qui esposta. Ma non solo: avvicinandosi si avrà la possibilità di sentire le voci uniche di tutti coloro che nel corso di PIX 2013 hanno virtualmente acquistato le tele.  Si tratta dunque di un lavoro di memoria, sulla memoria, che consente all’ installazione “3 arr Box 391 Via Antonelli 11” –distrutta - di rimanere viva. Spazio della memoria però introduce anche un nuovo elemento sul quale meditare: lo spazio delle relazioni umane vs. lo spazio artistico. Secondo l’antropologo Edward T. Hall nella nostra società le distanze, gli spazi relazionali si possono suddividere in: intimi 40 cm.; personali 80 cm.; pubblici 120 cm.  e sociali 210 cm.  Possiamo noi artisti utilizzare gli  stessi  riferimenti  per stabilire  le relazioni intime, personali, pubbliche e sociali  che uniscono lo spettatore all’opera d’arte? I curiosi potranno in prima persona cercare una risposta posizionandosi ad una delle distanze indicate sul pavimento  e sperimentare se lo spazio relazionale umano  e lo spazio artistico obbediscono alla stessa logica.J.C

HIT PAREDE Torino 2013